Il Gattopardo: Portrait of a Changing Country

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Quando pensiamo ai drammi in costume, la mente corre agli adattamenti di Jane Austen firmati BBC, o, per i più musicali, a Les Miserables. Anche l’Italia, tuttavia, ha la sua parte di amati drammi in costume. Uno dei più famosi è l’adattamento di Luchino Visconti del 1963 de Il Gattopardo, il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

Il Gattopardo segue le vicende di don Fabrizio Corbera, principe di Salina (interpretato sul grande schermo da Burt Lancaster), e della sua famiglia, immaginari membri dell’aristocrazia Siciliana. La storia si svolge durante il Risorgimento, il periodo di tumulti che portò all’unificazione dell’Italia nella seconda metà del XIX secolo, ed è ispirato alle vicende personali degli antenati dell’autore del romanzo. Dopo l’approdo a Marsala di Garibaldi e dei Mille, don Fabrizio è costretto ad affrontare il declino del mondo di cui è parte e la nascita di una nuova era: il potere politico ed economico sta lasciando le mani dell’aristocrazia per finire in quelle della nascente borghesia, che don Fabrizio disprezza in quanto prodotto dei cambiamenti in corso. L’amato nipote Tancredi (Alain Delon, che venne nominato ai Golden Globe per la sua performance) lo rassicura che, benché stia combattendo a fianco di Garibaldi e delle sue truppe, egli sta in realtà cercando di rafforzare la posizione della famiglia sul territorio. Proprio durante questo dialogo Tancredi pronuncia la famosa battuta ‘se vogliamo che tutto resti come è, bisogna che tutto cambi’. Questa battuta, che doveva descrivere le capacità di adattamento dei siciliani, è poi però passata ad indicare l’abitudine italiana, allora come oggi, al trasformismo politico.

L’azione si sposta dunque alla residenza estiva della famiglia a Donnafugata, dove incontrano il nuovo sindaco: si tratta di un arricchito, determinato ad ingraziarsi l’aristocrazia locale per assicurarsi una posizione. Il giovane Tancredi, nonostante la simpatia che lo lega romanticamente alla cugina Concetta, s’innamora della figlia del sindaco, Angelica (Claudia Cardinale, bellissima nell’abito disegnato per lei da Tosi per la scena del ballo), che finirà per sposare assieme alla sua notevole fortuna. Nel frattempo, la Sicilia viene annessa al Regno d’Italia, e il posto di senatore viene offerto a don Fabrizio, un rispettato rappresentante del vecchio regime nella regione. Il principe rifiuta orgogliosamente l’offerta, sentendosi troppo legato alla vecchia Sicilia per poter partecipare al cambiamento.

Il Gattopardo fu un immediato successo in Italia, ma il pubblico straniero inizialmente lo ignorò, decretandone l’insuccesso economico. Ricevette tuttavia diversi premi e riconoscimenti, quali l’oscar ai costumi a Piero Tosi, ed è stato successivamente riconosciuto come uno dei migliori lavori del cinema italiano.

Burt Lancaster e Claudia Cardinale in una scena del film (immagine Wikipedia)

When we think about costume dramas, our minds invariably run to BBC adaptation of Jane Austen’s novel ending with love declarations and weddings, or, if musicals are more you things, to Les Miserables. Italy, however, has its share of beloved costume dramas. One of the most famous is Luchino Visconti’s 1963 adaptation of Il Gattopardo, the novel by Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

Il Gattopardo follows the story of don Fabrizio Corbera, prince of Salina (played in the film by Burt Lancaster), and his family, imaginary Sicilian aristocrats. The story is set during the Risorgimento, the movement that brought to the Italian Unity in the second part of the 19thcentury, and the characters are loosely based to the author’s own family. After the landing in Marsala (Sicily) of Garibaldi and his followers, don Fabrizio is forced to face the decline of the world he is part of and the rise of a new era: the political and the economic power is leaving the hands of the old aristocracy and going into those of the rising middle class, which don Fabrizio despises as a product of the changing times. His beloved nephew Tancredi (Alain Delon, who was nominated for a Golden Globe for this performance) assures him that even though he is fighting beside Garibaldi and his troops, he is actually trying to reinforce the domain of the family over the land. It is during this exchange that Tancredi delivers the famous line ‘se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi’ (if we want everything to stay the same, we need to change everything). This line, possibly meant to praise the adaptation skills of the Sicilians, late came to indicate the habit of shifting alliances that characterises Italian politics up today.

Il Gattopardo obtained an immediate huge success in Italy, but was initially neglected by the foreign audience, leading to a tremendous economic failure.  Nevertheless, it obtained some important prizes, such as the Oscar for the costumes to Piero Tosi, and it has been later recognised as one of the best work in the history of Italian cinema.

Maria Teresa Carrara